Riti quotidiani

Piccoli riti quotidiani

Ma tutti i rituali fondamentali della Santeria richiedono la presenza di intermediari iniziati ai misteri della religione, ciascuno con la propria “specializzazione”. I medium, o spiritisti, presiedono a tutti i rituali dedicati agli spiriti dei morti, mentre nella sfera riguardante gli Orishas, le iniziazioni, i sacrifici e alcuni tipi di divinazione entrano in gioco santeros e babalawos. Ecco alcuni dei riti più frequenti:

1.      Misa spiritual

2.      Divinazioni

3.      Depurazione

4.     Ebbò

5.      Consegna di oggetti sacri

6.      Kofa e Mano de Orula

7.      Iniziazione  o Asentamiento

 

–  RITI QUOTIDIANI

 Fra i riti quotidiani compiuti praticamente da ogni credente nella Santeria vi sono quelli rivolti agli spiriti dei defunti che vegliano su ciascuna persona. A loro viene generalmente dedicato una sorte di altare, chiamata mesa spiritual (tavola degli spiriti), sulla quale trovano posto i bicchieri d’acqua per placare la sete degli spiriti, crocifissi, fotografie o ritratti di antenati, candele votive, fiori, generalmente bianchi anche del cibo, che però viene lasciato fuori dalle mura della casa.

Nelle case dei credenti, inoltre, c’è sempre un angolo o una stanza interamente dedicata ai santi.

I santi, materializzati in specifici oggetti sacri come pietre, contenitori di terracotta decorati con i colori del singolo Orisha, simboli di vario tipo, trovano generalmente posto vicino al pavimento, tranne alcuni di loro, che vanno riposti in luoghi alti. Anche a loro i credenti dedicano offerte di cibo, candele votive, fiori, fumo di sigaro, spruzzate di bevande alcoliche.

LA MISA  ESPIRITUAL :

 

E’ il più tipico esempio di sincretismo religioso. La Misa è infatti un rito compiuto sulla base di preghiere e gesti tipici delle Messe cattoliche,  eseguito in onore degli spiriti dei defunti.

A presiedere il rito è generalmente uno o più medium, chiamati appunto spiritisti. Nei riti più tipicamente cattolici sono poi inseriti gesti della tradizione Yoruba, come l’offerta di fumo di tabacco e di alcol. Generalmente questi riti sono eseguiti per invitare gli spiriti a possedere i medium presenti e a parlare attraverso di loro.

Possono essere rituali collettivi, offerti dagli stessi spiritisti ai propri spiriti guida, e a cui vengono invitate a partecipare moltissime persone, oppure riti dedicati a singoli individui che desiderano consultare i propri spiriti tutelari attraverso la mediazione degli spiritisti.

 

 

 

– DIVINAZIONI :

Il trans

 

Un medium, un santero o un qualsiasi partecipante a un rito vengono posseduti da uno spirito (un defunto o un Orisha). In questo modo lo spirito può comunicare con gli uomini e fornire loro direttamente indicazioni sul futuro, consigli, avvertimenti.

 

Il cocco

 

Il Santero si rivolge ai santi (generalmente a Elegguà) tenendo in mano quattro pezzi di cocco appena aperto. Formula una domanda specifica e lancia a terra il cocco. I pezzi cadono con la parte bianca rivolta verso l’alto o verso il basso, A seconda delle combinazioni, si ottengono le risposte alle domande.

Le conchiglie

 

Gli Orisha che hanno  il potere divinatorio dominano alcune delle ventuno conchiglie utilizzate per la divinazione. I santeros conservano le conchiglie in appositi contenitori con i colori dell’Orisha a cui sono dedicate. Al momento della divinazione, al consultante vengono consegnati una pezzetto d’osso   e un seme o una pietra scura, che dovrà stringere nei pugni chiusi a ogni domanda rivolta all’Orisha.

A seconda della combinazione delle conchiglie lanciate su una stuoia si ottiene l’indicazione positiva o negativa e il riferimento a un racconto da  cui vengono tratte le indicazioni necessarie per la divinazione.

 

Ifa

E’ il massimo strumento divinatorio della Regla de Ochà. Dominato da Orula, è competenza esclusiva dei babalawos. Si tratta di un campo estremamente esoterico, ma che si basa essenzialmente sull’abbinamento di numeri a leggende da cui il babalawo è in grado di trarre previsioni e avvertimenti. Gli strumenti di lettura sono una catena a cui sono appese otto placche di cocco e il Tablero, su cui vengono lanciate le conchiglie e indicati i simboli divinatori.

 

– DEPURAZIONE :

La limpieza, o depurazione, è un atto fondamentale della religione Yoruba. Attraverso questi rituali il fedele si libera di eventuali influssi negativi che possono provocargli malesseri fisici, cattiva sorte e problemi di vario genere. Vi sono vari rituali di depurazione, tutti incentrati sul trasferimento delle forze negative dall’individuo a oggetti, erbe o animali che poi vengono offerti agli spiriti. Alcuni rituali vengono eseguiti durante le messe spiritistiche. Vengono preparati i mazzi di erbe e fiori, bagnati di alcol, impregnati di fumo e offerti agli spiriti. Con questi mazzi vengono poi date energiche sferzate sul corpo dei presenti, che in questo modo si liberano dei cattivi influssi.

Un secondo rituale molto diffuso viene eseguito direttamente dai Santeros e si chiama Rogaciòn de caveza. In questo caso, il credente viene depurato attraverso l’applicazione in vari punti del corpo di una pasta ottenuta con polpa di cocco, lana di pecora e altri ingredienti rigorosamente bianchi.

Le applicazioni vengono lasciate qualche minuto sul corpo del credente e poi tolte e offerte agli Orishas secondo le loro indicazioni. Altri rituali di depurazione vengono eseguiti per liberare case o luoghi da spiriti negativi.

 

– EBBO’

 

Con il termine Ebbo’ si definiscono tutte le offerte richieste dagli Orishas da parte dei fedeli. Il Santero o il Babalawo determinano in modo dettagliato il tipo di Ebbo’ che il cedente deve offrire, attraverso la comunicazione con l’Oricha e lo spirito.

Nei casi più semplici si tratta di offerte di frutta ( a ciascun Orisha sono dedicati particolari tipi di frutta, di erbe e di animali), di monete o di particolari oggetti. Più spesso, l’Ebbo implica il sacrificio

di animali. Ad eseguire i rituali di offerta e sacrificio sono sempre anteros e babalawos. Agli Orishas

viene offerto esclusivamente il sangue e alcune parti specifiche degli animali sacrificati, mentre il

destino del corpo dell’animale viene determinato di volta in volta a seconda delle richieste dell’Orisha.

– OGGETTI SACRI

 

Ogni oggetto sacro viene consegnato al credente attraverso particolari cerimonie che, nella maggior parte dei casi, corrispondono anche a diversi livelli di iniziazione e di conoscenza dei misteri della Regla.  I rituali più frequenti sono la consegna dei Guerreros (Elegguà, Oggun, Ochosi) e delle collane sacre. I tre guerrieros, materializzati in una pietra o una conchiglia (Eleggua), un calderone di ferro contenente i simboli di Oggun e il gallo con la freccia di Ochosi, diventano numi tutelari della persona che li riceve e sono il primo passo iniziatico alla religione.

Anche la consegna delle collane sacre avviene attraverso un rituale iniziatico. Per ogni Orisha il Santero consegna una collana di perline con i colori dell’Orisha a cui appartiene. Le collane diventano il mezzo per avere sempre con sé la protezione e la presenza degli Orisha nella vita quotidiana. E’ fatto divieto di indossarle alle donne durante il periodo mestruale e a tutti i rapporti sessuali.

– KOFA E MANO DE ORULA

 

Si tratta dei rituali attraverso i quali il credente accede ai misteri di Orula. Il Kofa è un rito a cui hanno accesso uomini e donne, primo gradino iniziatico di Orula, il svolgimento è avvolto da un rigoroso esoterismo. Gli uomini possono poi ricevere un secondo Kofa e iniziare il percorso per diventare babalawo, ossia interprete delle divinazioni di Orula, un ruolo fondamentale e molto prestigioso al’interno della Santeria. Non va dimenticato, infatti, che ogni rituale comporta il pagamento di un “derecho”, una somma che il fedele deve tributare per il servizio ricevuto e, nel caso dei servigi dei babalawos il derecho è spesso piuttosto consistente, I migliori babalawos dedicano gran parte della loro vita ala funzione religiosa, approfondendo lo studio non solo dell’Ifà,

il complesso sistema divinatorio, ma anche di testi sacri di diverse religioni, da cui vengono generalmente tratti, insegnamenti e suggerimenti di approfondimento.

– ASENTAMIENTO

 

Con la cerimonia di Asentamiento la persona riceve l’Orisha di cui viene riconosciuto “figlio”.

E’ il rito iniziatico che permette di di diventare santeros e quindi di accedere ad ogni livello di conoscenza e di pratica della Regla. La cerimonia è molto complessa e si svolge nel’arco di tre

giorni, con la partecipazione di diversi babalochas (santeros) e iyalochas (santeras).L’ultimo giorno viene fatta una versa e propria festa a cui sono invitate moltissime persone. Durante i tre giorni

l’individuo che deve ricevere il santo viene preparato attraverso riti di purificazione e divinazioni dalle quali vengono tratti i consigli fondamentali per la vita del futuro santero. Al temine delle cerimonie, il credente diventa Iawò, e viene considerato vulnerabile e puro come un neonato, Per un intero anno dovrà sottostare a un regime comportamentale severissimo e rispettare diversi tabù o proibizioni, che hanno la funzione di preservare la sua purezza ed evitargli incidenti. Al termine dell’anno di iawoage, la persona può effettivamente iniziare la pratica della religione nel ruolo di santero.

 –      LA MUSICA E LA DANZA

L’aspetto folcloristico della Santeria è strettamente legato a quello rituale. Musica e danza hanno un ruolo fondamentale in praticamente tutti i riti della Regla e derivano direttamente dalla tradizione Yoruba africana.

Le danze hanno come temi importanti i riti della possessione e del trans e la rappresentazione delle vite e delle gesta dei vari Orishas, ciascuno dei quali viene simboleggiato secondo una precisa iconografia. La tradizione della danza rituale  si è poi trasferita anche al di fuori dei rituali sacri, codificata e in un certo senso istituzionalizzata fino a divenire una espressione artistica folcloristica, ma non per questo svuotata del suo significato originario.

La musica che accompagna i rituali santeri è quasi esclusivamente composta da basi ritmiche e melodie vocali in cui si alterna una voce dominante, detta “diana” o “gallo”, e un coro.

Gli strumenti utilizzati sono tamburi e percussioni chiamati Batà, dotati di valenza sacra e custoditi gelosamente assieme agli altri oggetti sacri nelle case-tempio, gli Ilè, dei santeros e babalawos. Ad ogni costo e ad ogni occasione rituale corrispondono sequenze ritmiche e combinazioni di strumenti che accompagnano lo svolgimento  della cerimonia e svolgono in essa una funzione centrale di richiamo per gli spiriti invocati e di offerta agli Orishas.

Anche la musica rituale può essere eseguita al di fuori delle cerimonie come espressione artistica folcloristica e, di recente, a Cuba sono sorte diverse istituzioni che hanno lo scopo di recuperare  mantenere viva la tradizione Yoruba.

Oltre ai tantissimi gruppi folcloristici che operano nel paese, due celeberrimi interpreti dei canti Yoruba (oltre che santeros di fama) sono Lazaro Ros e Mercedita Valdès.

 

 

– I TAMBURI BATA’

 

Gli strumenti fondamentali di ogni cerimonia sono i tre tamburi Batà. Il più grande, dal tono più profondo, si chiama Iyà. Che in lingua Yoruba significa madre. C’è poi l’tòteles, di misura e tono medi e, infine, il più piccolo, l’okònkolo. I suonatori tengono i tamburi sulle ginocchia in posizione orizzontale in modo da poter suonare entrambe le estremità. Spesso gli Iyàs sono decorati con campanelli e sonagli, chiamati chaworo, che arricchiscono le vibrazioni del suono.

I Batà sono oggetti sacri per eccellenza, perché al loro interno contengono un mistero chiamato ana, un vero e proprio Orisha che vive all’interno dei tamburi. Insieme ai tre tamburi principali suonano quasi sempre altri strumenti a percussione, come gli abwes o guiros, costituiti da un contenitore vuoto (come una zucca disseccata) avvolto da una rete costellata di sonagli, e strumenti dal suono metallico, come le campane.

La linea ritmica seguita dai suonatori batà è piuttosto complessa e si definisce poliritmia, proprio per la caratteristica sovrapposizione di linee apparentemente indipendenti, ma legate tra loro da un tema comune sul quale gli strumenti confluiscono alternativamente.