Ebò – Offerte rituali

RITUALI EBO’ – Clicca qui per scaricarli

Gli ebò sono offerte rituali che vengono tradizionalmente devolute, nella spiritualità afrobrasiliana,o afrocubana alle varie entità cultuate (Orixàs, Pretos Velhos, Caboclos, Exùs). Ogni entità, naturalmente, ha gusti specifici circa colore delle candele, incenso, fluido…il giorno rituale che gli viene dedicato, le modalità.

Offerte rituali:

Quando eseguite degli Ebò rituali nei punti di forza delle Entità, dovrete, prima di iniziare l’Ebò, bussare a terra tre volte con le nocche della mano destra chiedendo il consenso all’Entità padrona del luogo di poter lasciare l’offerta in quel posto. Dopo aver invocato l’Entità e consegnato i doni rituali, saluate l’Entità con il suo Orikì (saluto rituale), fate tre passi all’indietro, voltatevi e andatevene senza più girarvi. Non dovrete più passare da quel luogo per sette giorni e sette notti.

Offerte nei cimiteri:

quando si porta un’offerta al cimitero é importante ricordarsi di lasciare sette monete dorate davanti alla porta del cimitero per Ogum Megé ed Exu Porteira, ed altre sette monete dorate all’interno del cimtero, per Yansã Balè, Omulù ed Exu Caveira.

Offerte nei boschi:

Quando si fa un’offerta nelle foreste si accende, all’entrata, una candela bianca ad Ossain, quindi, appena dentro, una verde per Oxossi.

Oxum:

Quando offrirete del miele a Oxum dovrete assaggiarlo prima voi per tre volte.

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Canjica bianca per Oxalà

La canjica (mais bianco spezzettato) è una delle offerte più importanti di Oxalà. E’ considerata un alimento sacro. Si esegue questo ebò ad Oxalà non solo per chiedere una grazia, ma anche per onorare il potente Orixà africano.

– 500 grammi di canjica bianca, ben pulita
– miele
– una terrina di ceramica bianca
– una candela da sette giorni bianca o 10 candele bianche (Oxalufà)/8 candele bianche (Oxaguiàn)
– 10 gladioli bianchi (8 se per Oxaguiàn)
– 1 bottiglia di acqua minerale naturale
– 1 bicchiere trasparente
– 1 metro quadrato di stoffa bianca

Cucinare la canjica bianca in acqua, finchè non diventa ben tenera. Lasciare raffreddare. Una volta fredda mettere nella terrina. Portare in un bel prato verde o in un campo aperto. Stendere a tera la stoffa, al centro mettere la terrina con la canjica, vicino a questa i gladioli disposti a ventaglio, e il bicchiere colmo di acqua di bottiglia. A lato la bottiglia. Versare sulla canjica il contenuto di un vaso di miele e fare la richiesta ad Oxalà. Accendere la candela da sette giorni o le candele singole attorno alla terrina.
Questa offerta va fatta di venerdì, prima del calae del sole, preferibilmente di mattina.
Attenzione se l’ebò è dedicato ad Oxalufà occorre coprire la terrina con la canjica con batuffoli di cotone.

 

Manjar per Iemanjà

Questo ebò viene preparato per onorare la Signora del Mare, Iemanjà o per ottenere una grazia dalla madre di tutti i Santi dell’Umbanda.

– 1 pacco di crema di riso
– 4 uova
– una confezione di latte di cocco
– un piatto bianco
– zucchero
– fiori bianchi
– 7 candele bianche o celesti
– una bottiglia di Champagne o spumante
– un metro di stoffa bianca
– un bicchiere a calice

Preparare la crema di riso con il latte di cocco e lo zucchero. Versare nel piatto bianco (fondina). Cuocere le uova e togliere il guscio. Metterle all’interno del piatto, in piedi, come guarnizione, attorno ai bordi.  Recarsi in una spiaggia, a pochi metri dal mare. Giunti sul posto bussare sulla riva tre volte chiedendo licenza (Agò) a Exù Maré e successivamente Ogùm Beira Mar, che è la guuardia d’onore di Nostra Signora Iemanjà. Avvicinarsi alla riva, stendere la tovaglia. Al centro mettere il piatto con il manjar. Attorno al piatto mettere i fiori, come adorno. Se si tratta di rose occorre in antecedenza togliere le spine a mano. Mettere le candele attorno al piatto e accenderle. Agitare la bottiglia di champagne e stappare, invocando Iemanjà. Lasciare uscire a getto lo spumante verso il mare, quindi colmarne il calice e metterlo sulla tovaglia. Fare la richiesta a Iemanjà e salutarla dicendo Odoyà. Terminato l’ebò allontanarsi con deferenza.
Questo ebò va fatto di Sabato, giorno consacrato, nell’Umbanda, a Iemanjà e a ttutte le Iyabàs (Orixàs femminili), preferibilmente in fase di luna crescente o piena.

Milho (mais) per Oxùm

 Questo ebò viene eseguito per onorare Oxùm o per richiedere all’Orixà una grazia particolare. Occorrerà farlo di Sabato, in fase di luna crescente o piena.

– un chilo di mais giallo in chicchi
– cannella in polvere
– cinque uova cotte sode e senza guscio
– miele
– fettine di cocco fresco
– vino bianco dolce spumante
– una scodella ampia, bianca
– un metro di stoffa gialla
– 5 rose gialle senza spine
– 1 candela da sette giorni gialla o cinque candele gialle

Cuocere il mais finchè non diventa ben tenero, scolare e mettere nella scodella. Lasciare raffreddare. Cospargere con miele. Decorare con le uova, poste a cerchio nella scodella e con le fettine di cocco. Cospargere sopra cannella in polvere. Recarsi sulla riva di un fiume. Qualche metro prima della riva bussare al suolo e chiedere licenza (Agò) a Exù dos Rios e successivamente a Ogùm Iarà, nell’Umbanda guardia d’onore di Oxùm. Quindi stendere la stoffa. Al centro mettere la scodella con il milho. Circondare l’offerta con le rose. A lato (o attorno alla scodella) le candele. Accendere le candele (o la candela da sette giorni). Assaggiare per tre volte con l’indice e il medio della mano destra il miele dell’offerta. Stappare la bottiglia e spargere il vino attorno all’offerta, salutando Oxùm dicendo Ore yeyéo e facendo la richiesta. Allontanarsi con deferenza

Frutta per Ibeji o Erés (spiriti di bambini)

Questo ebò può venir eseguito in onore degli Ibeji o per le Erés, spiriti di bambini che scendono nelle giras (cerimonie) di Umbanda. Va eseguito di domenica, in orario diurno. Può essere eseguito sia in casa propria, caso si tenesse un luogo appropriato, che in un giardino o un parco giochi. Agli Ibeji ci si rivolge anche nella risoluzione di situazioni considerata impossibili. Quando poi queste circostanze riguardassero dei bambini (0-14 anni) si può essere certi di venire attesi. E’ bene eseguire questo ebò con la luna crescente.

– 1 cesto di vimini
– 3 pere
– 3 mele
– 3 mangos
– 3 cespi di banane
– 3 grappoli d’uva
– 3 fragole
– tre bottiglie/lattine di guaranà o aranciata
– 3 candele rosa
– un metro di stoffa rosa
– miele
– 3 bicchieri di carta

Sistemare la frutta nel cesto. Cospargere con miele. Preparare il tavolo (qualora si esegua in casa) con sopra il cesto, stendendo sopra la stoffa rosa. Qualora si eseguisse in esterno si potrà stendere la stoffa a terra. Aprire le bibite e spruzzare sopra alla frutta un po’ di liquido di ciascuna. Quindi si riempiono i bicchieri, ciascuno con il contenuto di una bottiglia di bevanda. Accendere le candele attorno al piatto e fare la richiesta. Salutare gli Ibeji dicendo Oh Daùm. Volendo si potranno cambiare frutti o aggiungerne altri, sempre tre per tipo. L’importante è che siano dolci. Qualora si esegua l’ebò in casa si potrà disarmare il tavolo dopo tre giorni. I resti dell’ebò potranno allora essere portati in un prato o gettati nel pattume.

Fagioli dell’occhio tostati per Ogùn

Ogùm è il grande guerriero dell’Umbanda, l’Orixà che può spezzare le demandas, ossia le richieste negative fatte agli spiriti da persone prive di scrupoli e di bassa evoluzione. Difende dai nemici e protegge da ogni male. Questa offerta va fatta in un martedì di luna crescente, nei pressi di un passaggio a livello oppure lungo una strada, dal momento che Ogùm è anche il Signore dei cammini.

– mezzo chilo di feijao fradinho (fagioli dell’occhio)
– un piatto di coccio (un sottovaso andrà benissimo)
– olio di dendè (olio di palma rosso)
– 1 candela bianca
– 1 sigaro
– fiammiferi di legno
– birra chiara

Mettere in una padella un po’ di olio di dendè e tostare i fagioli dell’occhio in modo che diventino brunati. Metterli nel piatto di coccio. Andare nel luogo di axè, ossia il luogo dove l’entità ha maggiore forza. Bussare tre volte al suolo e chiedere licenza ad Ogùm, quindi appoggiare il piatto. Accendere la candela bianca e metterla a lato. Accendere il sigaro con i fiammiferi di legno. Dare tre boccate verso l’alto e poi appoggiarlo sulla scatola di fiammiferi aperta, in modo che le capocchie siano rivolte verso di voi. Aprire la bottiglia di birra e farne cadere un po’ al suolo salutando Ogùm dicendo Ogunhé! A questo punto fate la richiesta. Allontanarsi dal luogo con deferenza.

 

Ebò a Xangò

Si esegue questa semplice offerta per onorare o ringraziare Xangò, il signore delle pietre e della giustizia, ma anche per fare una richiesta a questo potente Orixà africano. L’ebò andrà eseguito in un mercoledì di luna crescente, in orario diurno, possibilmente nel pomeriggio, entro le 18. Il luogo migliore dove eseguire l’offerta è una pietraia, oppure ai piedi di un grosso masso.

– 1 bottiglia di birra scura
– 1 candela rossa e bianca
– 1 pezzo di stoffa rossa
– 1 pezzo di stroffa bianca
– 12 monete correnti
– 6 garofani bianchi
– 6 garfofani rossi
– 1 sigaro grande
– fiammiferi di legno (modello “svedesi”)
– 6 nastri bianchi
– 6 nastri rossi

Sistemare la stoffa al suolo, dopo aver bussato tre volte chiedendo licenza (Agò). Se l’ebò è svolto per chiedere pace, perdono o armonia si posizionerà il panno bianco sopra e sotto quello rosso. Viceversa, se l’ebò è per chieder giustizia o per una demanda (richiesta specifica) allora sarà il rosso ad essee posto sopra. Si stapperà la bottiglia e si spargerà un po’, a cerchio, attorno ai panni, quindi la si metterà al centro della mensa. Le monete saranno disposte a cerchio attorno alla mensa. I nastri rossi e i garofani rossi saranno disposti armoniosamente a destra, quelli bianchi a sinistra. Accendere il sigaro coi fiammiferi e fare la richiesta, salutando Xangò dicendo Caò Cabiésilè. Dare tre boccate di fumo verso l’alto, quindi appoggiarlo sulla scatola di fiammiferi aperta, con le capocchie rivolte verso di voi. Terminata la preghiera allontanarsi con deferenza.

Ebò a Oxossi

Al Signore delle foreste, della caccia e dell’ecologia si può fare questo ebò per ottenere la sua protezione o per propiziare una richiesta. Il giorno in cui si può fare questo ebò è il giovedì, in fase di luna crescente, al pomeriggio, prima delle sei. Il posto dove eseguire il lavoro è la foresta o comunque un luogo dove sia presente una folta vegetazione.

– canjica di mais giallo (mais giallo spezzettato
– 1 piatto di coccio
– fettine di cocco fresco
– miele
– chiodi di garofano e cannella in polvere
– candela verde
– sigaro
– fiammiferi di legno
– vino rosso
– 1 pezzo di stoffa verde

Preparare il mais bollito in acqua. Quando è tenero significa che è pronto, scolare e servire nel piatto di coccio. Lasciare raffreddare. Decorare con il cocco a fette. Cospargere di miele ed infine spargervi sopra la polvere di chiodi di garofano e la cannella. Recarsi nel luogo di axè (foresta, nel caso di Oxossi). Bussare al suolo tre volte chiedendo Agò, ossia licenza. Stendere la stoffa verde. Al centro mettere il piatto, a lato la candela. Stappare il vino, spargerne un po’ attorno all’offerta e poi mettere la bottiglia sulla stoffa verde, di fianco al piatto. Accendere il sigaro e la candela, con i fiammiferi. Dare tre boccate verso l’alto e fare la richiesta a Oxossi, salutandolo dicendo “Oké Arò!”. Appoggiare il sigaro sulla scatola di fiammiferi. Allontanarsi con reverenza.

Attenzione: accendere candele nei nostri boschi è molto pericoloso, non trattandosi di foreste tropicali. Pertanto il particolare della candela è omissibile, per tutelare il nostro patrimonio boschivo e, con esso, l’Orixà Oxossi.

 

Ebò per Iansà

La signora dei fulmini e del vento, delle tempeste e dei Morti riceve le sue offerte nei bambuzales, ossia dove crescono i bambù. Il suo giorno è il mercoledì, lo stesso giorno di Xangò, il giorno consacato ai poteri del fuoco. L’ebò andrà fatto in orario diurno, possibilmente verso le 5 del pomeriggio, in fase di luna crecente. Questo ebò può essere un semplice ringraziamento all’entità, ma può diventare anche un’offerta di richiesta per ingraziarsi l’Axé della Santa Barbara brasiliana.

– 1 terrina di coccio
– 3 ignami grandi
– miele
– olio di dendé (olio di palma rosso)
– gamberi per 100 grammi
– 1 candela da sette giorni bianca o 9 candele bianche normali

Cucinare gli ingnami in acqua, quando sono pronti togliere la buccia e tagliarli a rondelle. Mettere nella terina e guarnire con i gamberi. Condire con miele e dendé.
Portare l’ebò nel luogo di axé, dove cresce una pianta di bambù. Bussare a terra tre volte chiedendo Agò, licenza, e appoggiare al suolo la terrina. Salutare Iansà dicendo “Eparrèi!”. Accendere a lato la candela e fare la richiesta. Allontanarsi con deferenza dal posto.

Ebò ai Pretos Velhos

I Petos Velhos attuano, come abbiamo visto, nella Linea di San Cipriano e sintetizzano le anime di tutti gli schiavi neri durante il periodo della tratta. Il loro messaggio di pace e tolleranza ancora oggi ci parla ttraverso i medium, aiutandoci nelle difficoltà quotidiane e mostrandoci l’esempio da seguire nei vari momenti della vita. Esistono moltissimi Pretos Velnhos, l’ebò che segue è generico e può essere offerto a questa categoria di Anime così speciali. Si dovrà eseguire questo ebò di lunedì, in fase di luna crescente, intorno alle ore 18 o alla mattina presto. Il luogo di axé è la porta di una chiesa o un cruzeiro, ossia un luogo dove si erga una croce.

– 250 gr di fagioli neri
– 250 gr di salsiccia di maiale
– 100 gr di farina di mandioca
– olio di dendé (olio di palma rossa)
– 1 piatto di coccio
– 1 candela da sette giorni bianca e nera o una candela bianca e una nera
– 1 bicchiere nuovo
– caffé

Preparare i fagioli, cuocendoli senza sale. Soffriggere la salsiccia in olio di dendé e cipolle. La salsiccia deve essere tagliata a rondelle. Mescolare il tutto con i fagioli e la farina di mandioca (non aggiungere assolutamente sale).
Giunti al luogo di axé bussare al suolo tre volte chiedendo licenza (Agò). Appoggiare il piatto cucinato. A lato mettere il bicchiere colmo di caffé nero, senza zucchero. Accendere la candela e fae la richiesta. Salutare le Anime dei Pretos Velhos dicendo “Adorei as Almas”. Allontanarsi con deferenza

Farofa per Exù

Exù, la più controversa delle entità dei culti afrobrasiliani, può venire onorato attraverso questo semplice ebò che andrà consegnato ad un incrocio a X, in un lunedì o in un venerdì, dopo le ore 18 (l’ideale sarebbe mezzanotte).

– farina di mandioca
– olio di dendé (olio di palma rosso)
– cachaça (liquore brasiliano)
– miele
– acqua
– un sigaro
– fiammiferi di legno
– 1 piatto di coccio
– 1 candela rossa e nera o una candela rossa e una candela nera
– 7 monete di rame

Prendere un po’ di farina di mandioca e metterla in un piatto, formando un monticello. Aggiungere olio di dendé e mescolare con le mani a formare una sorta di polenta cruda ma più friabile. In un altro piatto fare lo stesso con il miele, poi con l’acqua e per finire con la cachaça. Mettere le quattro polentine, chiamate farofa, nel piatto di coccio, diviso virtualmente in quattro parti. Decorare con le monete. Recarsi ad un incrocio a X, di quattro strade. Bussare inizialmente al centro dello stesso chiedendo licenza ad Ogùm Megé. Ogùm Megé è una manifestazione di Ogùm che sovraintende a tutti gli incroci stradali. Quindi recarsi ad un angolo dell’incrocio. Bussare a terra nuovamente a appoggiare il piatto con la farofa. Versare un po’ di contenuto della bottiglia di cachaça attorno al piatto, quindi metterla di fianco allo stesso. Accendere le candele. Accendere il sigaro e fare la richiesta, salutando Exù dicendo “Laroyé”. Appoggiare il sigaro sulla scatola di fiammiferi. Le capocchie devono essere sempre rivolte verso di voi e la scatola deve restare aperta.. Allontanarsi con deferenza.