Elegguà

  ELEGGUÁ (ELEGBÁ, ELEGBARA)  
ORICHA/SANTO L’Anima Solitaria del Purgatorio, il Bambino di Atocha, Sant’Antonio da Padova
SESSO Divinità maschile
CARATTERISTICHE Dio dei viaggi, padrone degli incroci e guardiano delle porte; personificazione del rischio e della morte; figlio di Obatalá e Yemú
ORICHA/COLORE Nero, rosso
ORICHA/NUMERO 3, 21
ORICHA/MALATTIA Trombosi, emorragie
ORICHA/ANIMALE Jutía, topo, montone, cervo, pollo, gallo, colomba, tartaruga
GIORNO DELLA SETTIMANA Il lunedì e il terzo giorno di ogni mese
FESTA 3, 13, 29 giugno

Elegua è il custode di tutte le strade, la foresta e la savana, è il primo dei quattro guerrieri con Ogun , Ochosi e Osun . Si accompagna sempre a Changò, di cui si dice è Ocanani, che significa fatti di un solo cuore, inseparabili.
Si muove tra gli angeli a destra (401) e coloro che sono a sinistra (il 201).  
Ha potere su entrambi i lati, controlla i regni del bene e del male, si crea un equilibrio tra le due forze, pur avendo il controllo su di essi.
Degna di nota è la coincidenza con i vari pantheon della cultura globale, in cui frequentemente osservata l’esistenza di una divinità che ottiene sempre per prime le offerte al resto della divinità.
Nell’immaginario popolare è visto come un bambino con la faccia da vecchio, questo per sottolineare la sua ambiguità, il suo essere tutto e l’opposto di tutto. 
Il popolo di Santo lo raffigura come una piccola testa di cemento che,caricata nella maniera opportuna dai sacerdoti, viene posta dietro alle porte di casa a difesa del focolare e della persona
La sua arma è la parola, sagacia e astuzia gli fanno da scudo, permettendogli di trionfare in ogni situazione. Trasforma il diritto in rovescio e viceversa, sconvolgendo le più accurate previsioni e stravolgendo l’ordine delle cose per poi riportare tutto allo stato attuale.
Viene invocato nella risoluzione di ogni tipo di problema, da quello finanziario a quello più squisitamente sentimentale.
A lui ci si rivolge anche quando si desidera convolare a giuste nozze, per questo infatti è chiamato il santo “casamenteiro” ossia colui che promuove i matrimoni.   

Altre interpretazioni di Elegguá   

Diventa un temibile guerriero feroce, quando si unisce a Oshosi,Osun e Oggún, nulla lo ferma.
E ‘considerata il messaggero chiave di Olofin.
E’ il depositario dell’Ashè, ovvero del potere spirituale.
E’ anche simbolo degli opposti. 
E ‘il custode della savana e della foresta.
Vive nella maggior parte dei casi dietro la porta, rendendo il ile di chi lo possiede 
Padrone assoluto delle strade,che chiude o apre ,per la felicità o l’infelicità degli esseri umani.
Se nella Santeria cubana sant’Antonio è una delle Sette Potenze Africane, nella moderna Umbanda vibra nella cosiddetta Linea di Santo di Oxalà, insieme a San Francesco,Santa Clara, Sant’Espedito, Santa Rita, San Benedetto… Anche se Zelio de Moraes, il fondatore di questa corrente spirituale, lo aveva messo, fin dall’inizio in una delle Sette Linee.
Per alcuni è una figura scomoda, visto il suo ambiguo rapporto con Exù.
Si  situa a metà strada tra gli esseri umani e gli esseri divini.
Viene personificato in un bambino, messaggero capriccioso ma anche ingenuo tra i due mondi.
Proprio per questo suo ruolo di intermediario tra uomini e divinità, Elegguà ha una stretta relazione con Orula. Qualunque azione voglia intraprendere un credente nella Santeria, la prima cosa che farà sarà consultare Elegguà, chiedere il suo consiglio e il suo permesso.
In tutti i rituali santeri, a lui è dedicata la prima offerta sacrificale, poiché è Elegguà che apre ogni sentiero e decide se liberare la strada verso il raggiungimento di un obiettivo a costellarla di ostacoli e difficoltà.
Tutte le feste della Santería cominciano e terminano con canti, ritmi e danze per Elegguá.
il suo numero è 3, i colori rosso e nero. 
Lunedi ‘e il 3 di ogni mese sono l suoi giorni.
Il sincretismo è confrontato con il Santo Bambino di Atocha (1 gennaio). 
La sua festa è il 6 gennaio e il 13 giugno.    

Si saluta ¡Laroyé Elegguá! Laroya Elegguá saluto!     

Offerte

A Elegguá si offre pesce affumicato e cavia, mais tostato,cachaça, rum, grappa, tabacco da fiuto, caramelle e dolci di ogni genere. 
Le offerte che maggiormente vengono tributate a questa entità sono la farofa (farina di manioca con olio di palma rosso/dendé), monetine, chiavi,sigari, liquori forti, candele, frutta (banane, more,cocco..)Jutías -in casi meritevoli ,croto, algarrobo, alcanfor, almacigo, berro, albahaca, ají chileno, ají guao guao, álamo, atiponlá, almendra, pata de gallina, Ceiba, curujey, chichicate, bejuco guaro, jobo, peonía, peregún, maravilla, pica pica, raspa lengua, siempreviva, rompesaragüey, verdolaga, travesura, zarza blanca, pendejera, piñón botija, etc  

Erbe corrispondenti:Grama de caballo, espartillo, abre camino, yerba fina, albahaca, meloncillo, ítamo real, piñonero y yamao.

Per Elegguà si lavora con numero 3 erbe

Si sacrificano in suo onore capre, galli , galline 

Tutte le feste della Santería cominciano e terminano con canti, ritmi e danze per Elegguá.  

Egli balla con il suo attributo, il garabato, una sorta di gancio o di ramo curvo con il quale apre il cammino agli uomini.  

Colore delle candele nella pratica spirituale:

-bianche: per impetrare benedizioni e nell’Umbanda
-rosse: in assunti d’amore, energia, forza vitale
-marroni: in assunti economici e giustizia
-nere: per eliminare il male o per castigare una persona
-rosse e nere: per aprire i cammini, spezzare il male… 
     

A cuba è molto comune,trovare un Eleggua di cemento,posto all’ingresso delle abitazioni
Un babalawo, come anche un  babalocha e iyalocha,previa consulta con i caracoles o il tablero de Ifá in accordo con l’Angel de la Guardia,di chi deve riceverlo,possono decidere di costruirlo.

Si utilizzano dunque:

Terra di un incrocio,di un formicaio (bibijaguero), chiesa, strada,  municipio, carcere, un ospedale, un panificio, ecc
Tre erbe e sette pezzi di palo monte, una pietra nera della montagna (otan)
Polvere cascara sacra
Acqua di un omiero,acqua di mare,fiume,pioggia e acqua santa
manteca de corojo, vino, miele ed un pezzo di carbone
Si mescola tutto con un pò di cemento,e si dà la forma adeguata all’Orisha
Mentre è ancora fresco,bisogna inserire,occhi, naso, bocca, orecchie, ecc., utilizzando un paio di caracoles (cinturita), le stesse utilizzate per il Diloggun
Una volta terminato,il Babalawo,lo seppellirà ad un crocevia,in questo modo prenderà la forza della terra e della natura
Dopo 7 giorni,viene riesumato,e sacrificato un gallo,che andrà inserito nel foro del terreno al posto dell’Elegguà.
Verranno inoltre inseriti nel foro stesso,mais, banane, rum, cocco, miele, e tutto ciò che è collegato ad Elegguà
Si reciterà un Padre Nostro e una volta portato a casa bisognerà lavarlo con lana di pecora (ewe)
E’ possibile decorarlo con i colori (rosso e nero) appartenenti a questo Orisha,un pezzo di rame e una piccola piuma sulla testa.

Non avrà bisogno di molte cure,tuttavia andrà alimentato ogni lunedì e ogni 3 del mese
I giorni 9-12 invece,può essere esposto al sole se unto con manteca de corojo
Verranno fatti 3 schizzi di acqua per terra,toccando il suolo e baciando le dita della propria mano
Ci si rivolge verso la statuetta di cemento chiedendo ogni tipo di fortuna (guarigioni,giustizia , clienti, amici, soldi, ecc.) salutandolo cosi:

“Alá le alé, cupaché, agó meco” o “Eleguá aké ború aké boyé, torí torú la yá fi yoruaré”
“ Bará laroyé achucaí colaguóla un bele kún laroyé un chéche óni coní óni condorí”.

Patakí de Elegguá

Oxalà, Oxùm e Iemanjà condividevano le stanze in un palazzo dove consultando con le
conchiglie, predicevano il futuro a quanti si presentavano alla loro porta.
All’inizio della strada che conduceva al palazzo, in una piccola casa, abitava Elegbarà che
lavorava come portiere per gli Orixàs.
I clienti che ricevevano i responsi o i consigli pagavano la profezie con galline, colombe e
danaro a Iemanjà, Oxùm e Oxalà, che vivevano nell’opulenza.
– Elegbarà, c’è Iemanjà?
– Sì, entra pure.
– Elegbarà, Oxùm sta consultando?
– Certamente, certo accomodati.
– Elegbarà, Oxalà riceve oggi?
– Si, certamente.
Alla fine della giornata Xangò, Ogùm e Oxossi andavano al palazzo a festeggiare e mangiavano
a sazietà. Ad Elegbarà erano lasciate sempre e soltanto le ossa. Il portiere non ne poteva più di
soffrire la fame. Un giorno Elegbarà pensò:“E’ ora di cambiare le cose. Alla prima occasione gli
farò vedere chi sono io.”
Una notte di tempesta un topo grande e grosso che sfuggiva alla pioggia, entrò nella casa di
Elegbarà. Egli l’uccise e si disse: “Con questo topo avrò del cibo per parecchi giorni, è
comunque più di quanto mi mandano dal palazzo.” Preparò le razioni per i giorni successivi e la
mattina seguente si sedette sorridendo sulla porta della casa. Alla richiesta del primo consultante
il portiere rispose: “Oxùm è in viaggio e non so quando ritornerà.” Alla domanda del secondo,
il padrone delle strade rispose: “Oxalà è andato dalla sua famiglia e rimarrà con essa per un
tempo indefinito”. Quando un altro consultante arrivò Elegbarà rispose: “Iemanjà è al mare e
non so quando farà ritorno”.
Rispose con lo stesso tono a tutti quelli che venivano a palazzo e quel giorno nessuno
attraversò la porta.
Fece questo anche nei giorni successivi e quando Oxalà, Iemanjà e Oxùm videro la dispensa
vuota, cominciarono a preoccuparsi.
Chiamarono Elegbarà, che, seppur molto magro, era sopravvissuto grazie al topo, e gli chiesero:
– Che succede Barà? Perché nessuno viene più a consultarsi con noi?
– Non saprei, sembra che tutti siano felici e non abbiano problemi.
Le cose andarono di male in peggio e gli ospiti abituali del palazzo cominciarono a soffrire le
conseguenze della scarsità di cibo.
Xangò, grande mangiatore, era il più interessato a trovare una soluzione e si sedette a pensare
ad essa. 
Non aveva peraltro la minima intenzione di contribuire con il suo per pagare le cene.
Dopo aver parlato con Oxalà, Oxùm e Iemanjà, gridò:”Ma siete matti! A chi è venuto in mente
di lasciare senza cibo Elegbarà che è il portiere e il padrone delle strade? 
Chiamatelo e mettetevi subito d’accordo con lui”.
Iemanjà chiamò Elegbarà, Oxùm lo fece accomodare e gli servì un bicchiere di miele e grappa.
Oxalà gli chiese:”Dimmi Barabarà, sei arrabbiato con noi?”. Elegbarà rispose:
“Non sono arrabbiato, sono solo affamato e ho deciso di farvi provare quello che provo io”.
Allora Oxalà gli propose un patto: per ogni persona che il portiere lasciasse entrare, avrebbe
ricevuto un pollo.
Tutti furono d’accordo; 
Elegbarà uscì per strada e vide una donna che voleva sposarsi, la inviò
a Oxùm; vide quindi una madre angosciata per la sorte di suo figlio, la condusse da Iemanjà; più tardi, riconoscendo un uomo che soffriva di una malattia, lo mandò da Oxalà. 
Giorno dopo giorno riempì nuovamente le dispense del palazzo..e le sue…perché ora aveva cibo a volontà e
si sentiva soddisfatto. 
Da quel giorno Elegbarà è il primo Orixà che va nutrito ed invocato, senza il suo aiuto infatti nessuna richiesta può raggiungere le orecchie dei Santi ed ogni supplica rischierebbe di cadere nel vuoto.    

OBI Noce di cocco (Cocos nucifera Lin.)
Frutta considerata sacra dagli Yoruba,per una leggenda quando si parla di Santi Africani le
biografie degli stessi hanno spesso differenti versioni… si concorda comunque che fosse un
ragazzo che adorava danzare, cacciare, passeggiare, ma aveva il difetto di essere molto litigioso e
borioso, alcuni dicevano che con la testa non ci fosse tutto, per questo motivo non aveva la
capacità di distinguere il bene dal male e commetteva malvagità senza essere malvagio. Si
divertiva moltissimo a ingannare le persone e a raccontare bugie.
Fu chiamato Elegbarà perché era di sangue reale. Un giorno, scortato da un numeroso seguito,
si fermò a un quadrivio e incerto sulla via da prendere, retrocesse di tre passi per vedere meglio
l’ambiente. Fu allora che, dritto innanzi a lui, nell’erba, vide come due luci, due pupille luminose
che lo fissavano. Si chinò su quelle luci pieno di timore e raccolse un cocco. Lo portò a casa e
raccontò ai genitori la vicenda, ma questi non gli credettero, abituati alle sue marachelle ed alle
sue bugie. Il cocco finì abbandonato dietro una porta. Dopo due giorni, durante una festa, il
cocco ricominciò a brillare nuovamente di una luce fortissima. Tutti si spaventarono. Questo
fenomeno coincise con la morte di Elegbarà. Per tutta la durata del funerale il cocco continuò a
brillare.
Alla morte di Elegbarà seguì un periodo di grande carestia e di continue calamità. Gli indovini
del paese si riunirono e sentenziarono che la causa era da ricercare nell’abbandono in cui era
stato lasciato il cocco di Elegbarà. Quando andarono a rendergli omaggio era già marcio e
consumato dai parassiti. Allora i sacerdoti presero una pietra nella savana e invitarono lo spirito
di Elegbarà a risiedervi dentro, quindi gli fecero offerte. La carestia finì, tornò la pioggia a
benedire i campi e il regno tornò florido. Da allora lo nutrirono e lo onorarono ed Elegbarà si
trasformò in Orixà.
Il cocco rappresenta Elegbarà e si può mettere una noce di cocco dinnanzi alla sua statua
consacrata, decorata con tre buzios bianchi a raffigurare gli occhi e la bocca del santo (alcuni ne
aggiungono altri due a raffigurare le orecchie). I rituali potranno essere svolti davanti a questa
fermezza che tradizionalmente viene posta dietro alla porta di casa. Ogni settimana si accenderà
davanti al cocco ed al Santo una candela, gli si offrirà liquore e tutti i doni classici che vengono
devoluti a questa entità.

     

Attributi (Objetos de poder )

L’oggetto del potere è uno scarabocchio.una trappola per topi, monete, giocattoli per bambini come marmi, fischietti, sonagli, letame e cappello di paglia, verniciato con un sonaglio a colori.      

Costumi Elegguá     

Elegua indossa cappotto, pantaloni e un cappello rosso. I colori di queste dovrebbe essere dalla combinazione di rosso con il nero. A volte, invece di utilizzare una qualsiasi combinazione di strisce rosse e nere. Il costume intero, in particolare il tappo, sono decorate con perline e conchiglie.     

Coronar Elegguá. Elegguá corona. Kari-Osha Kari-Osha     

Per coronare questo Osha devono essere ricevute prima del guerrieri Orishas. Poi, durante l’incoronazione dovrebbe essere visualizzato il seguente Osha e Orisha.
Eleguá, Oggún, Oshosi, Obbatalá, Oke, Yemayá , Ibeyis, Shangó , Ogué, Oshún y Oyá .     

Omo Elegguà ( Hijo de Santo)

Ciascuno di noi è retto dalle vibrazioni cosmiche degli Orixas, che hanno influenza diretta sul nostro modo di percepire la realtà, sulla nostra vita e sui nostri cammini. Avere cognizione di tale influenza non limita assolutamente il libero arbitrio, ma piuttosto è un utile strumento per capire meglio noi stessi, le nostre attitudini, gli ambiti in cui agiamo e ci esprimiamo meglio e, naturalmente, il nostro karma. Il Pae di Santo è in grado di identificare il quadro degli Orixas reggenti di ciascuna persona, detto “Eledà”, che è così strutturato:

-Abbiamo un “Orixà de cabeça” – cioè Orixà di testa, che è il nostro genitore principale, che influenza in maggior misura la nostra personalità. Solitamente è un’energia maschile per gli uomini e femminile per le donne.

-Vi è un secondo Orixà genitore, di sesso opposto al primo, che va a coniugarsi col suo “sposo”, completando così la perfetta dualità del Padre e della Madre celeste.

-Il terzo Orixà è detto “Adjuntò“, ossia l’ausiliario. E’ essenzialmente una sorta di “zio”, anch’egli piuttosto influente, a volte persino più del secondo genitore, a seconda della forza e della polarità (ossia il “sesso”) delle vibrazioni.

-Il quarto Orixà è lo “sposo” che accompagna l’Adjuntò, ovviamente di sesso opposto, per completare il quartetto di vibrazioni in maniera perfetta: due maschili, due femminili, due attivi, due passivi; tutti e 4 gli elementi sono così rappresentati e tutti presenti in noi, sebbene in maniera e percentuale differente. La presenza di questo quarto Orixà serve a completare il quadro, ma la sua influenza sulla personalità è piuttosto bassa.

E’ evidente che, come in molte altre discipline come Numerologia e Astrologia (in cui il tratto marcante è costituito dal segno in cui transita il sole, ma l’ascendente, gli altri pianeti e i loro aspetti aumentano la sfaccettatura caratteriale), non esistono “tipologie pure” di personalità: i vari Orixas “mixano” i loro flussi su di noi, che si compenetrano in dosi differenti dando luogo alla nostra unicità. Se si considera che gli stessi Orixas hanno manifestazioni variegate, spesso già incrociate (cruzade) ad altre, si può facilmente comprendere che esiste un quadro energetico univoco e particolare per ogni persona sulla Terra.

Andiamo ora a scoprire quali sono gli archetipi psicologici di Elegguà.

I figli di Elegguà/Elegbara  sono persone di grande potere e responsabilità, abilissimi commercianti, amanti instancabili e appassionati, sono inquieti, impazienti, non conoscono la parola “impossibile”. Sono pronti a dare la vita per ciò in cui credono, ma in genere tendono all’ambiguità, alla violenza, alla derisione e provocazione, all’oscenità e alla depravazoine. Sono unici nell’arte di ispirare fiducie e di abusarne, possono essere psicologicamente instabili, dediti al sesso sfrenato, alla droga e all’alcool, dipendenti della loro incontenibile sete di potere, essere dei poveri sbandati oppure dei pericolosissimi manipolatori, capaci di qualsiasi compromesso pur di ottener il risultato voluto. Non conoscono il senso del limite nè della misura, sono sfrenati ed eccessivi in ogni attività e questo li porta con frequenza a manifestazioni violente e distruttive. Gli intrighi politici, la corruzione, i raggiri e le truffe sono fonte di sicuro successo per i figli di Exù, dotati di un vero talento nel far credere agli altri ciò che vogliono loro. D’altra parte la loro vivida e concreta intelligenza li fa essere dei consiglieri preziosi e zelanti. Exù esiste nella realtà concreta e presente della vita, è l’attimo fuggente, è la consapevolezza che tutto prima o poi finisce e bisogna godere qui e ora di ogni piacere che la vita può offrire. Exù è il piacere di mangiare, di bere, di fumare, il piacere dell’amplesso amoroso, il piacere dell’avere denaro e spenderlo, il piacere del potere, del possesso, della conquista. Egli esiste indifferentemente nel bene e nel male, per lui ogni cosa è semplicemente ciò che è, non possiede il senso della morale, è pura energia creativa, è espressione immediata ed istintiva, è come un bambino che gioca con una bomba atomica, incapace di esprimere giudizi basati sull’etica. Uccidere milioni di persone o bere un bicchiere di vino sono due semplici azioni e come tali possono essere compiute. La valutazione delle conseguenze non rientra nella mentalità di Exù: lui agisce, il resto non è affar suo. Hanno uno sguardo intenso, avvolgente, profondo come la notte; hanno un potenziale incredibile: Exù è il messaggero universale, è in contatto con tutto e tutti: i suoi figli possono acquisire una favella straordinaria e una capacità di comunicazione (sia nel piano fisico che con piani ed entità sottili) assolutamente straordinarie, poi sta a loro esprimere tali doti in accordo coi loro principi, molto spesso a dir poco dubbi. Disponibili con gli amici, sebbene un poco opportunisti, hanno un comportamento imprevedibile; amanti fantasiosi e ardenti, possono amare con la stessa intensità più persone contemporaneamene. Molto vanitosi, celano la loro ambizione dietro uno stile di vita apparentemente semplice; tra i figli di Exù vi sono commercianti, venditori, politici, diplomatici, giornalisti e militari; devono assolutamente evitare l’alcool, che può essere la loro rovina.

Caminos – Strade/ Manifestazioni di Elegguá     

Prima di descrivere questi “percorsi” bisogna chiarire il concetto di dualità di questo Orisha,ovvero  la metà oscura di questa entità,chiamate Eshu ( o Exù,echu) che non è un diavolo,come spesso viene erroneamente rappresentato nella  tradizione giudeo/cristiana.
Tuttavia non inspira un gran terrore, perché la gente sa che, se trattato con riguardo, Eshù lavora a fin di bene, vale a dire che lo si può mandare
a fare del male alle persone cattive o a quelli dai quali si sono ricevuti dei torti o, ancora, a quelli verso i
quali si provano dei risentimenti.
Lo si chiama familiarmente il “Compare” o meglio l’uomo dei crocicchi, poiché è li che si devono
posare di preferenza le offerte che a lui sono destinate.
Poche sono le persone che gli sono dedite, per via del suo supposto sincretismo con il Diavolo; la
tendenza è quella di calmarlo, allor quando si manifesti, di “Assentar” di rabbonirlo per mezzo di sacrifici o di
ereggergli un posto a lui destinato e consacrato e di fare l’iniziazione a favore di suo fratello Ogun con il
quale Eshù condivide il carattere violento e travolgente.
Il luogo consacrato a Eshù è, in generale, all’aria aperta o all’interno di una casetta isolata, oppure
dietro la porta di casa. Egli è simbolizzato da un tridente di ferro conficcato in un monticello di terra, oppure
qualche volta è rappresentato da una statuetta di ferro forgiato del Diavolo che brandisce un tridente.
Il lunedì è il giorno della settimana che gli è consacrato. Le persone che cercano la sua protezione
indossano delle collane di perle di vetro rosse e nere. Gli si fanno le stesse offerte e sacrifici di animali come
in Africa e tutto questo, prima di presentarle agli altri orishà.
A Bahia ci sono, dicono, ventun Eshù uno dopo l’altro, altri parlano di sette soltanto. Certi nomi
possono essere considerati degli attributi, altri sembrano essere parole tratte da canti o formule di lodi;
Come abbiamo già detto, prima di realizzare lo “shire” degli orishà, la cerimonia pubblica in cui gli dei
danzano, a Bahia si fa il “pade”, parola che in yorùbá significa incontro, riunione durante la quale Eshù è
evocato, salutato, complimentato e mandato lontano con un doppio scopo: quello di andare a chiamare gli
altri dei che vengano a partecipare alla festa e quello di allontanarlo perché non venga a combinare qualche
burla di cattivo gusto nel corso della cerimonia.
In definitiva,Elegguá ed Echu,rappresentano la relazione mitica tra la cosa positiva e la cosa negativa, la vita e la morte, il bene e il male, l’inizio ed il fine, la felicità e la disgrazia; formando così un’unità inseparabile vincolata a tutti i problemi e situazioni dell’uomo nella sua vita.

Ci si rivolge ad Exù per ogni genere di problema, da quelli più materiali a quelli metafisici, ci sarà sempre una sua manifestazione disposta ad accoglierci.
Servitore degli Orixàs e polizia dell’astrale, può essere considerato il braccio destro di Dio e del suo piano meraviglioso.

 Esso dispone di 21 percorsi (chiamati anche:cammini o manifestazioni)
 
 
  • Elegua Abaile.
  • Elegua Afrá.
  • Elegua Agbanukué [Agbanuké].
  • Elegua Akéru.
  • Elegua Agongo Ogo.
  • Elegua Akesan.
  • Elegua Alá Le Ilú.
  • Elegua Alá Lu Banshé.
  • Elegua Alaroye Akokelebiyú.
  • Elegua Añanki.
  • Elegua Awó Bara.
  • Elegua Elufé.
  • Elegua Barakikeñerí.
  • Elegua Bara Ala Asuayo [Lasuayo].
  • Elegua Aggó Meyó.
  • Elegua Biawooná.
  • Elegua Eborikeke.
  • Elegua Agüere Kikeño [Kinkeñe].
  • Elegua Agatigaga.

      



Esu-Elegba ALAWANA – Un Elegguá che è ovunque, ma preferisce vivere nella savana o foresta.       

Eshu-Elegba AFRA – Un Elegguá che vive regolarmente negli ospedali.     

Eshu-Elegba Laroya – Una piccola Elegguá ama vivere sulla soglia di casa     

Eshu-Elegba ASHIKUELU – Il Elegguá di Orisha Oko, vive in buchi, grotte e gallerie sotterranee.     

Eshu-Elegba AKOKORIJE molto affezionato a giocare con, preferisce sigari. inquieto , es muy divertido. irrequieta, molto divertente. Se le conoce como el Santo Niño de la alegría, es el Elegguá de Shangó a quien siempre acompaña por todos lados. E ‘noto come il Santo Bambino di Gioia, è il Shango Elegguá che è sempre accompagnato da tutti i lati.     

Eshu-Elegba BARALAJIKI – Questo Elegguá è molto popolare e conosciuto per due cose: è un mangione rumba. . . Protegge contro il tradimento, l’inganno Oggún Companion.     

Eshu-Elegba Banshees LU ALA – L’Orisha del destino     

Eshu-Elegba Awere – Il Elegguá dedicato alla Obbatalá, conosciuto come il Hearts muoversi, come il mondo si muove verso la misericordia e la pace.     

Eshu-Elegba ANAKI Olokun – Elegguá Questo è noto come il Orisha dei sentimenti profondi e incompreso.     

Eshu-Elegba MASANKIO – Elegguá Questo è il Santo Bambino, che ci aiuta a prendere decisioni su problemi difficili. sabio saggio     

Eshu-Elegba INA – Elegguá Questo è un compagno inseparabile di Shango,     

Eshu-Elegba OBASIN – Questa casseruola Elegguá è seduto nel fango sui libri di diritto     

Eshu Elegba NI-Baku – Questo Elegguá rappresenta la nostra ombra e la nostra esistenza. Non ricevuto, viene fornito con ciascuno di noi è sincretismo cattolico che è l’angelo custode     

Eshu-Elegba ABARIKOKO – Questo Eshu è presente nelle denunce, le tragedie problemi con la polizia e il carcere.     

Eshu-Elegba Agbada – Questo Eshu cammina con Obatala. ha la missione di salvare una persona dal eggun buio     

Eshu-Elegba AGBÁLONKÉ – Alos responsabilità di guidare il nuovo defunto. La sua casa è un acaro     

Eshu-Elegba AGBÁNUKE – è il custode del ILE, si dice che è il migliore alleato per avere il babalawos     

Eshu-Elegba Yoki SOKO – Il Eshu rappresenta l’unione tra IFA e OSHA     

Eshu ODDEMASA – devono essere trattati in modo coerente e che è molto volubile e se antender spesso lasciato intrappolare la vita del suo proprietario.     

Eshu-Elegba Ojuani ALAROYE LELE – Questo è il Eshu di OGGUN, che è crudele, astuto e molto inquieto. Ogni Orisha ha una sua propria eshu que mangiare e vivere insieme.     

Eshu-Elegba MARIMAYÉ – Il custode del cimitero in quanto è lui che ha la chiave di esso,     

Eshu-Elegba ALUFAMA – Il Eshu l’unione di due persone, il matrimonio Eshu,     

Esu-Elegba AYIKÍ Allah -, la festa, di tremendo. Appetito ribelle Egli rappresenta l’imprevisto, l’inganno e il tradimento.     

 

Pataki di Eshu

Il lato cattivo di Eshù è evidenziato dalle storie seguenti, una delle quali, assai conosciuta, racconta il
modo in cui egli fece litigare due amici che stavano lavorando in campi vicini.
Con lo scopo di provocare il  litigio, egli si mise in testa un berretto che da un lato era rosso e dall’altro bianco e si mise a camminare
lungo il sentiero che divideva i due campi.
Dopo poco, uno degli amici fece allusione all’uomo dal berretto bianco, l’altro gli fece notare che il berretto era rosso.
Siccome entrambi erano in buona fede insistevano sulla loro convinzione; incominciarono così a bisticciare con fervore e, infine, con collera, giungendo a
mettersi le mani addosso e ad uccidersi vicendevolmente.

Un’altra leggenda mostra un Eshù più machiavellico.
Egli andò a trovare una regina che era trascurata, da un po’ di tempo, dal suo sposo e le disse:
“Portami qualche pelo della barba del re, tagliali con questo coltello: ne farò un amuleto che lo farà nuovamente innamorare di te come prima”.
Subito dopo andò dal figlio della regina, il principe ereditario, che viveva in un palazzo fuori delle mura
di quello del re.
Era quella la consuetudine, per prevenire ogni tentativo che potesse fare il principe di uccidere il re per salire a sua volta sul trono. “Il re parte per la guerra – gli disse – e ti prega di venire al
palazzo questa sera, accompagnato dai tuoi guerrieri”.
Eshù andò quindi a dire al re:
“La regina, ferita dalla tua freddezza verso di lei, vuole ucciderti per vendicarsi. Stai allerta questa sera.
” Venne la notte, il re si mette a letto e fa finta di dormire e, ben presto, vede la sua sposa avvicinarsi con un coltello in mano e puntarlo alla sua gola; lei, come suggeritole, voleva
soltanto tagliargli qualche pelo della barba e non assassinarlo, ma il re la disarma e incominciano a lottare
con gran frastuono.
Il principe, arrivato a palazzo con i suoi guerrieri, ode delle grida venire dalla stanza del re e si mette a correre.
Vedendo il re con un coltello in mano, il principe pensa che voglia uccidere sua madre; il re, vedendo il figlio entrare nella stanza, in piena notte, armato e seguito dal suo esercito, crede
che si voglia attentare alla sua vita e si mette a gridare aiuto, la sua gente accorre e ne segue una mischia indescrivibile e un massacro generale.

Una storiella più semplice mostra l’attività di Eshù nella vita di tutti i giorni:
c’è una donna che sta vendendo la sua mercanzia al mercato; Eshù da fuoco alla sua casa, lei si precipita verso di essa,
abbandonando le sue cose sulla piazza. Arriva troppo tardi, la casa è bruciata e, nel frattempo, un ladro ha
rubato tutta la sua mercanzia.
Nulla di quanto raccontato sarebbe successo: gli amici non si sarebbero bisticciati, il re e il principe non si sarebbero massacrati a vicenda e la donna al mercato non sarebbe stata rovinata se soltanto ognuno
avesse fatto delle offerte e dei sacrifici come è d’uso per Eshù.

Invocazione in lingua yoruba

IBARAKOU MOJUBA ELEGBA IBACO MOJUBA IBAKO MOJUBA. OMOTE CONICO
IBARAKOU OMOTE AKO MOJUBA ELEGBA KULONA. IBARAKOU MOJUBA
OMOLE KO IBARAKOU MOJUBA OMOLE KO. IBARAKOU MOJUBA AKO ELEGBA
KULONA ACHE IBAKOU MOJUBA. ACHE ELEGBA KULONA IBARAKOU MOJUBA
OMOLE KO AKO ACHE. ARONGO LARO AKONGO LAROYE ELEGBA KULONA A
LAROYE COMA. KOMIO AKONKO LAROYE ELEGBA COMA KOMIO ACHE.
AKONKA LARO AKONKO LARO AKO ACHE IBA LA GUANA ELEGBA. LAROYE
AKONKO E LAROYE E LAROYE E LAROYE AKONKO AKONKO LAROYE AKONKO
LA GWANA E LAROYE.

oppure

ELEGGUÁ!!! Eleggua! MAFEREFUN!!! Maferefun!
Alalè le cupachê ago meco, Alala fa cupachê te cum,
Eleguuâ Ago Laroye Agosto Eleguuâ Laroye
Echu beleke inka Eshu Bi Eshu Bi Echu inka Belek
mamakeña,ofemi, mamakeña, ofemi,
moforibale Oludumare bara male Oludumare maschio bara moforibale
Babamilogue, Okuloguô, eyeloguô, Babamilogue, Okuloguô, eyeloguô,
ofuloguô iguaraye abollo kereketè. iguaraye ofuloguô kereketè Dent.

Rezo a Elegguà

Alároye akí loyú barbabá Ború, Ború Bí,
Eshú Boshishé,
Eshú Bara, Barakikeño.